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Le balle dei Marcianò Bros


Uno dei mantra preferiti d’o comandante è quella che lui chiama la «definizione FAA delle contrail», che ripeteva ossessivamente (questo, questo, questo, questo, questo e questo sono solo alcuni esempi):

Secondo definizione FAA, una Contrail si forma sopra i 9000 metri, a temperature minori di -40° C, e con umidità relative superiori o uguali al 70%.

Dopo averla tanto ribadita, però, all’improvviso Straker comincia a fornirne versioni diverse come questa (qui e qui):

Le scie di condensa si formano a quote superiori ai 9.000 metri, valori di umidità superiori al 72% e temperature inferiori a -41° Celsius.

o come quest’altra (qui):

Le scie di condensa, infatti, si formano a quote superiori agli 8.000 metri, valori di umidità superiori al 72% e temperature inferiori a -41° Celsius.

Andando su uno dei blog dei fratelli Marcianò (http://www.sciechimiche-zret.blogspot.com/), ci si accorge che la cosiddetta “definizione FAA” è ancora cambiata:

Secondo definizione FAA, una Contrail si forma sopra i 8000 metri, a temperature minori di -40° C, e con umidità relative superiori o uguali al 70%.

Scusate il bisticcio di parole, ma per definizione, in ambito scientifico una definizione è rigorosa, precisa e non cambia, un pezzo qua e uno là, a seconda di come gira allo scrivente: quindi che razza di definizione sarebbe, se si trasforma continuamente?

Facile, è una “definizione” farlocca, inventata di sana pianta da Straker, o da chi per lui, per sostenere la panzana delle «scie chimiche»: non esiste traccia da nessuna parte di una “definizione” del genere rilasciata dalla FAA, né da nessun altro, per il semplice fatto che una “definizione” del genere è una castroneria colossale.
Siamo quindi di fronte ad una balla nella balla.

Ma andiamo con ordine.

La faccenda puzza di bufala lontano un miglio già a partire dal fatto che venga tirata in mezzo la FAA, che è la Federal Aviation Administration cioè l’agenzia del Dipartimento dei Trasporti statunitense incaricata di regolare e sovrintendere ogni aspetto riguardante l’aviazione civile. Insomma, è un ente amministrativo e proprio non si capisce che cosa un ente del genere dovrebbe entrarci con una presunta “definizione delle contrail”: voglio dire, voi ce lo vedete, chessò, il PRA che si mette a dare “definizioni” sul come e perché, d'inverno, dallo scappamento delle auto esce del fumo bianco (che non è altro che vapore)? Appunto.

A seguire: che quella definizione sia stata inventata dai Marcianò, o al massimo da loro scopiazzata da qualche sito complottista senza verificarne l’autenticità, è comprovato dal fatto che dietro richiesta di maggiori precisazioni, ’o comandante fa orecchie da mercante e non si degna neppure lontanamente di citare il link, o la pubblicazione precisi, da cui quella «definizione» sarebbe tratta: gig_geranius, un utente di sciechimiche.org, provò in illo tempore a chiedere lumi a tal proposito (qui e successivamente qui):

Sucsate se mi permetto ragazzi ma leggo di cose che sono piuttosto disinformazione..

Non sono un esperto in materia ma mi sto' documentando e parlando con gente che lo è (nei forum di chimica, aeronautica, meteo, ecc..) e questa
frase (che purtroppo in passato ho scritto anche io) non è corretta, ovvero
solo sopra i 9000 m, solo dal 70% in su di umidità relativa e solo dai -40C° in giù possono essere contrails.

E una dichiarazione molto imprecisa..

Ciao Straker,
questa frase l'ho letta e riportata io stesso in passato.. ho cercato di trovarla sul sito della FAA ma non ci sono riuscito..

e non credo (dovrei trovare l'articolo originale) che questa frase sia l'esatta traduzione dall'inglese ma mi sembra un po'
l'interpretazione di una cosa letta e compresa a proprio modo.
A volte basta una parola per cambiare il senso della frase.

Ovviamente ritratto il tutto se trovo l'articolo o se qualcuno me lo può segnalare.

ottenendo come unico risultato quello di essere bannato per «lesa maestà», avendo osato dubitare della parola dell'auto-proclamatosi Sommo Guru della Sacra Setta delle Scie Chimiche Rosario Marcianò.

Riguardo invece il fatto che la presunta “definizione FAA” sia priva di ogni fondamento, basta consultare un qualsiasi studio serio fatto sulle contrail: che ci siano quote minime o umidità relative minime al di sotto delle quali le scie di condensazione non possono assolutamente formarsi è, semplicemente, una stupidaggine.

Le variabili che condizionano la formazione delle scie di condensa rilasciate dai motori (che ne esistono anche di altri tipi) sono una moltitudine, in quanto abbiamo una miscela di gas, particolato e vapore che esce dai motori e che si mescola con l’aria atmosferica. Perciò vanno presi in considerazione:
  • pressione, temperatura e umidità relativa della miscela uscente dai motori
  • pressione, temperatura e umidità relativa dell’atmosfera
  • tipo, quantità e dimensione del particolato, in quanto le particelle da cui è costituito possono comportarsi da eccellenti nuclei di aggregazione per le molecole d’acqua
Inoltre tutti questi parametri non vanno considerati uno ad uno separatamente, bensì tutti contemporaneamente e in reciproca correlazione: per tutti questi motivi non ha alcun senso pretendere di dare una formuletta magica con solo tre valori e per di più valori considerati in modo assoluto e indipendente l’uno dall’altro.
Volendo ci si può limitare a considerare i valori di pressione, temperatura e umidità dell’atmosfera presenti al passaggio dell’aereo trascurando tutto il resto, nel qual caso però, ovviamente, non si possono fare calcoli precisi ma solo previsioni, più o meno precise che però di certo non saranno mai accurate al 100%: tra questi parametri, quello più vincolante è la temperatura atmosferica, che deve essere comunque abbastanza rigida, ma non ci sono né pressioni né umidità relative atmosferiche minime, né temperature massime assolute al di là delle quali è del tutto impossibile il verificarsi di una contrail.

Per rendersene conto, è sufficiente consultare un grafico di Appleman esteso fino alla superficie terrestre (la pressione di 1000 hPa è quella atmosferica a livello del mare, RH è l’umidità relativa che può andare dallo 0 al 100%), che gli sciachimisti trattano come fosse Vangelo infallibile da quando ne sono venuti a conoscenza, invece dello strumento previsionale impreciso che realmente è (RH sta per Relative Humidity, cioè Umidità Relativa, e come si vede va dallo 0% al 100%)):



Il perché le scie di condensazione si possono formare anche con un’umidità relativa dell’atmosfera dello 0% è semplice: da ogni motore esce più o meno un litro di acqua al secondo, sotto forma di vapore, che è una quantità non indifferente. Se la temperatura atmosferica è abbastanza bassa, esso può benissimo condensare e ghiacciare, formando le caratteristiche scie.
Naturalmente non bisogna confondere la formazione con la persistenza: la scia si può benissimo formare con umidità atmosferica nulla, ma poi ci metterà ben poco tempo ad evaporare e affinché ci sia persistenza l’umidità deve essere sicuramente molto più elevata dello 0%.

Inoltre, negli studi scientifici accurati e non semplicemente divulgativi, la quota come parametro da tenere in considerazione non compare proprio, visto che non avrebbe alcun senso farlo: certamente pressione e temperatura atmosferiche tendono entrambe a diminuire all’aumentare dell’altitudine, ma non in modo preciso e sempre identico ovunque, quindi ad una data quota non corrisponderanno mai univocamente una precisa pressione ed una precisa temperatura, sempre quelle e sempre uguali a se stesse, dipendendo queste ultime da una miriade di altre variabili (luogo, periodo dell’anno, condizioni atmosferiche come fronti di aria calda o fredda, fronti di alta o di bassa pressione, venti e correnti in quota, ecc. ecc. ecc.).

Logico che, abbassandosi la temperatura atmosferica al crescere della quota ed essendo essa il parametro più vincolante nelle previsioni, facendo un discorso generale e molto semplificato, si potrà dire che solitamente alle nostre latitudini le scie di condensa dei motori si formano ad alta quota, come riportato dalla NASA in questa pagina divulgativa, quindi non rigorosamente precisa nei particolari (il grassetto è mio):

Contrails only form at very high altitudes (usually above 8 km) where the air is extremely cold (less than -40 degrees C)

Le scie di condensazione si formano solo ad altitudini molto elevate (solitamente oltre gli 8 km, dove l'aria è estremamente fredda (sotto i -40°C).

il che non significa nel modo più assoluto che le scie di condensa formate dai motori non si possono mai formare sotto gli 8000 metri, altro che «scie chimiche».

Notate come nella precedente descrizione che riguarda la formazione delle contrail, di un minimo di umidità relativa necessaria non si parla affatto, dato che, come già detto, le contrail possono benissimo formarsi anche a RH dello 0%.

Il pezzo della “definizione” farlocca della FAA che parla dell’umidità relativa, proviene quasi certamente da quest’altra pagina della NASA, o una similare, dove si dice (grassetti miei):

The red line (dash-double dot line) in the Appleman chart shows at what humidities contrails can persist (usually between 60% and 70% relative humidity)

La linea rossa (linea con tratti e doppi puntini) nel grafico di Appleman mostra a quali umidità le scie di condensazione possono persistere (solitamente tra il 60% e il 70% di umidità relativa)

Quindi, come già accennato, un’umidità relativa elevata è ritenuta necessaria per la persistenza ma non per la formazione, delle contrail.

Quanto elevata?

Anche in questo caso non si può dare un valore certo e preciso in assoluto. A fare da discriminante è l’RHI (Relative Humidity of Ice) cioè l'umidità relativa rispetto al ghiaccio, che è diversa dall’RH, cioè l’umidità relativa rispetto all’acqua: l’RHI deve essere superiore al 100% affinché i cristalli di ghiaccio che formano le scie di condensazione non evaporino in breve tempo e le contrail persistano.
La RHI si può convertire in RH (tot RHI uguale a tot RH) ma non in modo univoco, cioè una RHI del 100% si traduce in valori in RH che vanno, in dipendenza di temperatura e pressione, più o meno tra una RH del 60% e una del 70%.
La linea rossa tratteggiata nella figura presente nella pagina che ho linkato rappresenta, appunto, una RH variabile tra il 60% e il 70% (cioè la RHI del 100%): solo per RH maggiori di quelle indicate dalla linea rossa, si prevede persistenza.

Insomma, gli sciachimisti hanno fatto un gran minestrone tra le due descrizioni generiche, e distinte, riguardanti la formazione e la persistenza delle scie di condensazione, ricavandone un’unica presunta “definizione” riguardante la formazione: “definizione” del tutto sballata e che, semplicemente, nessuno si è mai sognato di dare in un testo scientifico rigoroso, e non divulgativo.


Come concludere se non riconoscendo a ’o comandante Rosario Marcianò e a ’o professore Antonio Marcianò, che con questa balla al quadrato, hanno proprio superato se stessi.


Aggiornamento (28/12/2007)


La «definizione» citata è stata appena modificata sulla pagina principale dei blog dei Marcianò Bros in (il grassetto è mio):

una Contrail si forma sopra gli 8000 metri circa, a temperature minori di -40°C, e con umidità relative superiori o uguali al 70%.

Bene, allora mi leggono e mi permetto di dar loro un consiglio: forza ragazzi, ancora un piccolo sforzo e ci siete.
Togliete il riferimento alla FAA che non si è mai sognata di dare una definizione simile, trasformate quel «circa» in un «di solito» (che in italiano significano due cose diverse e ’o professore dovrebbe saperlo), eliminate la cavolata riguardo l’umidità relativa minima per la formazione e quella riguardo una temperatura massima assoluta slegata dagli altri paramentri, così almeno vi avvicinerete a qualcosa che assomigli alla lontana ad una descrizione (da non confondersi con definizione) decente.

Mini-aggiornamento (16/02/2008)
Pia illusione, la mia: ’o professore insiste nel diffondere la balla della «definizione FAA» farlocca (qui) e anzi va sempre peggiorando nelle fesserie che scrive, dato che adesso a sentire lui dovrebbero essere rarissime proprio tutte le contrail, non solo quelle persistenti.
Ricordo che il cavallo di battaglia degli sciachimisti è sempre stato che sono le scie persistenti ad essere sospette perché, secondo loro, rarissime (falso anche questo), ora scopriamo che lo sono tutte, per partito preso. Non solo, l’altro cavallo di battaglia era che le »scie chimiche« sarebbero tali in quanto troppo basse, non oltre i 4000 metri, per essere naturali, e ora si scopre che secondo loro sono chimiche anche le scie alte.
Anzi, a sentire i fratelli Marcianò sono tanker chimici, anzi addirittura droni, solo perché nelle immagini notoriamente riprese da cani dei due fratelli non si vedono i finestrini di un aereo ripreso dal basso a chilometri di distanza (bella forza, i finestrini sono sulla parte superiore e sono molto piccoli), anche gli aerei che di scie non ne rilasciano proprio (qui): chiaro ora perché parlo di Sacra Setta delle Scie Chimiche e di convincimenti fideistici e fanatici da parte di adepti e autoproclamatisi guru?


Aggiornamento bis (09/03/2008)


Altro giro, altra assurdità paranoica. La nuova versione dei Marcianò Bros consiste nell’affermare che i PDF della FAA contenenti la definizione di contrail su cui si sono fissati, c’erano ma sono spariti, ad opera, indovinate un po’ di chi? Ma di quei “fascisti” della NASA, ovvio:

[...]
La N.A.S.A. infatti, a seguito della marea di domande imbarazzanti su quelle scie che sfregiano i cieli, ha dovuto correre ai ripari, prima facendo sparire i documenti PDF della F.A.A., i quali spiegavano correttamente i paramentri di formazione delle contrails, poi sostituendoli con le sue personali spiegazioni ben poco tecniche e sin troppo evasive. Tutte queste informazioni sono ora unificate e tutti i documenti messi a disposizione dai diversi enti sono identici. Nulla si trova di precedente alla data di revisione fascista dell'ente spaziale.
[...]

By Blogger :: Straker ::, at 09 marzo, 2008 20:29

Visto che in praticamente tutti i siti sciachimisti mondiali viene riportata quella definizione farlocca, dobbiamo presumere che il mondo fosse pieno zeppo di sciachimisti che erano in possesso di quei PDF e dei link da dove scaricarli: li avranno scaricati per consultarli e ricavarne quella definizione, o no? O è così oppure i gestori dei suddetti siti sciachimisti se la scopiazzavano a vicenda senza che mai nessuno si sia preso la briga di verificarla.
Quindi dobbiamo altresì presumere che i Men in Black della NASA siano entrati nelle case di chiunque avesse scaricato i fantomatici PDF della FAA per cancellarli dai loro computer (insieme ad ogni prova della loro esistenza, link e tutto) e questo in tutto il mondo.
In più hanno dovuto sparaflashare chiunque li avesse mai visti, ’sti benedetti PDF fantasma, che nessuno se li ricorda.
Nessuno tranne gli sciachimisti, che sono gli unici ad essere certi della loro pregressa esistenza: ne consegue che quei geni onnipotenti, e fascisti, della NASA hanno fatto sparaflashare tutti quelli che al mondo avevano visti i PDF incriminati, tutti tranne gli sciachimisti che poi sono proprio coloro a cui i complottatori li volevano nascondere...


Genesi in diretta di una farloccata


A questo punto una persona normale, che non conosce per esperienza diretta un certo tipo di fanatismo, potrebbe anche chiedersi: va bene che qualcuno può aver capito e riassunto male delle frasi lette in giro sulla formazione delle contrail, creando così una “definizione” farlocca, però è mai possibile che essa sia stata riportata così acriticamente in migliaia di siti nel mondo, senza che nessuno la verificasse? È mai possibile che tante persone siano convinte di avere visto i documenti che contenevano quella “definizione”, tanto da esporsi al ridicolo facendo affermazioni tipo che tutti i documenti presenti in rete che la riguardavano siano stati fatti sparire e/o cambiati e nessuno che abbia copia dei presunti originali?

Possibilissimo, anche se affinché ciò avvenga ci vuole un misto non indifferente di ignoranza, presunzione, megalomania e paranoia terminale, caratteristiche che accomunano, purtroppo per loro, ben più di un compoottista.

Ecco come funziona, più o meno:
  1. qualcuno legge qualcosa di un argomento di cui è totalmente a digiuno, capendo fischi per fiaschi (non si sa quanto volontariamente) e, pensando di aver scoperto chissà che, la riporta da qualche parte;
  2. una o più persone, ignoranti nel campo come lo scopritore dello “scoop”, ne capiscono quanto lui, cioè niente (oppure capiscono solo quello che vogliono capire), e la prendono per buona, magari distorcendola ancora un pochettino per adeguarla ai propri preconcetti;
  3. la “scoperta”, così travisata, diventa appetibile proprio perché è strumentale ai pregiudizi di molti, quindi viene riportata pari pari in ogni dove, senza che nessuno si preoccupi di controllare l’originale;
  4. passano settimane, magari mesi o anni, prima che qualcuno si accorga che i documenti originali dicono tutt’altro e informi del fatto chi riporta, acriticamente, quella notizia sballata;
  5. però a forza di ripeterla a pappagallo per tanto tempo, chi la considerava corretta continua a considerarla tale e anche il primo divulgatore si è probabilmente convinto che lui aveva capito benissimo quello che aveva letto e c'era scritto proprio come diceva lui;
  6. quando vengono mostrati i documenti originali che dicono tutt’altro, pur di non ammettere di aver preso un abbaglio per tanto tempo, moltissimi preferiscono inventarsi che quel documento deve essere falso, che l’originale è stato fatto sparire e sostituito con quello, cioè inventarsi e credere all’inverosimile piuttosto che ammettere di aver sbagliato.
Si tratta di una specie di allucinazione collettiva, che parte da un bias cognitivo di conferma e termina con la necessità di re-inventarsi i ricordi per annullare una dolorosa (per l’autostima) dissonanza cognitiva: ovvio che parlo degli adepti in buona fede, certi auto-nominatisi guru i ricordi li hanno chiarissimi ma mentono scientemente riguardo ad essi.

Per chi ancora fosse scettico sul fatto che certe leggende possano iniziare così, per poi diffondersi a macchia d’olio in mezzo mondo, ecco un siparietto che esemplifica perfettamente quello che ho descritto (i grassetti sono miei, gli errori di battitura e gli strafalcioni grammaticali sono degli originali):

il miglior metodo per nascondere qualcosa e' metterla sotto il naso di tutti.

("calcolo scientifico") di dove spruzzano , cioe le previsioni meteo sulle scie chimiche.

"Contrail Formation Forecast"

http://www-angler.larc.nasa.gov/cgi-bin/site/showdoc?docid=33&cmd=forecast

Ma la piu' bella e' questa.

Relative humidity values above 80% are good indicators of contrails in the new RUC data. You can use any pressure level , but the large values may be too warm for contrail formation.


By Blogger marzio, at 23 aprile, 2009 21:51

Il che significa che un’elevata umidità relativa è un buon indicatore di presenza di contrail.
Logico: se la temperatura è abbastanza bassa, le contrail si formano anche a RH dello 0%, persistono a partire da RH più o meno del 60%, quindi con un RH superiore all'80% è certamente facile che ci siano, anche se di sicuro non è una condizione sufficiente né tanto meno è una condizione necessaria. E come viene recepita questra str...aordinaria “scoperta” da ’o comandante e decerebrati al seguito?

Marzio, ho capito bene? Il documento NASA indica come fattore determinante per le contrails valori di umidità superiori all'80%?

By Blogger Straker, at 23 aprile, 2009 22:25


Si Straker, hai capito bene.

By Blogger mike, at 23 aprile, 2009 22:29


Se le cose stanno così abbiamo un documento N.A.S.A. (documento ufficiale) che contraddice uanto sino ad ora affermato sui blogs di Attivissimo e soci (vedi ultimime affermazioni dei disinformatori alla conferenza di Milano). Ciò sarebbe veramente un bel colpo!

By Blogger Straker, at 23 aprile, 2009 22:35

Insomma, un asino che chiede conferma ad un ciuco e poi, con il beneplacito di un mulo, pensa di aver trovato chissà quale sconvolgente rivelazione: in tre che sono non hanno capito mezza parola di quello che hanno letto, ma credono di avere fatto la scoperta del secolo, e vai di pacche sulle spalle a vicenda.

Se Rosario Marcianò se ne esce con un “articolo” contenente questa “rivelazione” completamente sconvolgente (nel senso che viene da ed è destinata a dei completi sconvolti), sicuro come l’oro che quando qualcuno gli spiegherà il perché e il percome di boiata trattasi, comincerà a delirare che esistevano documenti della NASA che affermavano che una umidità relativa dell'80 % è necessaria per la formazione delle contrail e che quei “fascisti” della NASA li hanno fatti sparire appena lui ne è venuto a conoscenza, terrorizzati dalla sua sagacia, per poi sostituirli con altri che dicono cose diverse (il tutto, ça va sans dire, straparlando anche di riscrittura orwelliana della scienza).
E a questo punto, dopo esserselo ripetuto così tante volte, probabilmente ne sarà davvero convinto, insomma sarà la prima vittima della sua stessa ciarlateneria...


...e la farsa continua, inarrestabile e sempre più demenziale.


Commenti:
brain_use ha commentato:
Lo so che è OT col topic, ma
ho notato un certo utente axlman sul forum di focus che gironzolava a caccia di materiale... ;-P ...hai visto l'ultimo post di scie-nziato? Molto interessante la sua simulazione sulle aerovie vicenza/bolzano.
Dovresti chiedergli i diritti di riproduzione... ;-)
_______
10 dicembre 2007 alle ore 13:53  
Hanmar ha commentato:
Ehm...
Spero che scie-nziato NON si riproduca con axlman, vero??? :P :P :P

Scusate, non ho resistito :D

Saluti
Hanmar

Ps: quindi seguendo sto benedetto diagramma, sarebbe ipoteticametne possibile la formazione di scie di condensazione persistenti anche a livello del mare, posto che la temperatura sia sufficentemente bassa e la RH alta...
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10 dicembre 2007 alle ore 14:14  
markogts ha commentato:
Scusa Axlman, un approfondimento sulla curva "T max for persistence".

Secondo me, la persistenza è legata all'umidità relativa. Se c'è troppa umidità endogena, quella aggiunta dai motori non può far altro che "separare di fase", cioé formare ghiaccio. Detto livello di umidità relativa è tra il 60-70% (Immagino che non sia 100% a causa della differenza tra tensione di vapore di ghiaccio e acqua)

Mi chiedo però se una qualsiasi condizione (pressione-temperatura) a sx della curva "T max for persistence" sia automaticamente una condizione per contrail persistenti. Secondo me no, perché bisogna tenere conto anche dell'u.r., ma il diagramma di Appleman così si presta ad abusi di chi sappiamo. Che ne pensi?
_______
7 marzo 2008 alle ore 14:17  
axlman ha commentato:
Attenzione markogts, i fratelli Marcianò e gli sciachimisti in generale tirano fuori l'umidità relativa minima del 70% dicendo che è necessaria alla formazione delle contrail, non alla loro persistenza: partendo da questo dato completamente sballato, arrivano a dire che la formazione di semplici contrail dovrebbe essere rarissima e che le contrail persistenti non dovrebbero proprio esistere, né mai sono esistite.

E se mostri loro immagini che invece le ritraggono a bizzeffe, le scie, soprattutto a partire dalla II Guerra Mondiale, allora se ne escono a dire che le immagini sono false, oppure che evidentemente già allora si era cominciato a spargere «scie chimiche».

D'altro canto questo articolo non è stato scritto per analizzare il grafico di Appleman: l'ho solo mostrato per esemplificare il concetto che volevo esprimere, e cioè che di quote minime in assoluto, di umidità relative minime in assoluto e di temperature massime in assoluto a cui la formazione delle contrail è possibile, negli studi seri non se ne fa cenno, altro che «definizione FAA delle contrail».

Ho poi sottolineato che Appleman è solo uno strumento previsionale che spesso non ci azzecca sulla formazione: in particolare tende a sovrastimare fortemente la non-formazione di contrail, cioè spesso e volentieri predice no-contrsil e invece le contrail si formano.
Se sbaglia così spesso a prevedere la formazione, figuriamoci la persistenza dove il parametro veramente fondamentale da considerare è l'umidità relativa rispetto al ghiaccio, e non rispetto all'acqua, che sono due valori assai diversi.

Comunque, appena avrò tempo scriverò qualcosa di più esaustivo e dettagliato sull'argomento, a meno che qualcun altro non si offra volontario...
_______
7 marzo 2008 alle ore 19:56  
markogts ha commentato:
Ehm... Io mi offro anche volontario, ma non ho la tua esperienza in campo aeronautico. Però sono pur sempre un ingegnere meccanico, la fisica tecnica dovrei avercela nel mignolo :-) Se vuoi, faccio una bozza e te la mando...

Riguardo alla distinzione tra permanenza e formazione, me ne ero già accorto. Per quanto riguarda le foto dei B-17 della WWII, penso di essere stato fra i primi sulla rete a tirarle fuori in questo ambito. Pensa che da qualche parte ci dovrebbe essere anche un articolo dei fratelli che sostiene che si tratta di immagini ritoccate allo scopo di FARCI CREDERE che le contrail sono normali. Eccolo qua. Ma ce n'era anche uno più vecchio, di quest'estate, ma adesso non lo trovo nella marea di cazzate che partoriscono i fratelli. Sempre bello, poi, sentire i vari seguaci sostenere che "gli aerei ad elica non possono rilasciare contrails". Che tristezza... Migliaia di progettisti che si son fatti il culo per più di un secolo, piloti collaudatori che hanno rischiato la pellaccia "to push the envelope" il tutto per cosa? Per scorazzare gente così? Per fortuna che c'è flight simulator a tirarmi su di morale :-)

Saluti! Fammi sapere se ti posso essere utile.
_______
7 marzo 2008 alle ore 21:18  
axlman ha commentato:
Ci tengo innanzi tutto a precisare che non ho mai preteso di essere un esperto in campo aeronautico: mi limito a raccogliere, organizzare e descrivere in forma divulgativa (o almeno ci provo) informazioni che provengono da persone ben più esperte e qualificate di me.

Ti ringrazio poi per l'offerta che accetto volentieri, però se davvero mi vuoi aiutare, dovresti farlo trovando fonti consultabili in rete: parlo di fonti serie sulle contrail, che in rete non è facile individuare, seppellite come sono nella marea di baggianate sciachimiste.

La mia idea è di spiegare come funzionano le cose in modo che siano comprensibili a chi non ha nessuna preparazione specifica nella materia: quindi bisogna riuscire ad essere semplici ma allo stesso tempo non semplicistici, usando esempi chiarificatori senza andare sullo specialistico spinto ma che siano comunque esempi precisi e attinenti, e in più fornire fonti attendibili e dettagliate per chi volesse approfondire.

La mia idea era di scrivere tre articoli:

1) basi di fisica tecnica, spiegando pressione, temperatura, umidità relativa e saturazione (rispetto all'acqua e rispetto al ghiaccio) in una miscela di gas come è l'aria, per far capire come e perché il vapore condensa al variare di esse, arrivando a ghiacciare e permanere, cioè in pratica spiegazione dei principi della formazione e della permanenza delle contrail;

2) funzionamento di un motore, descrizione della miscela che ne fuoriesce e spiegazione del perché i turbofan a doppio flusso favoriscono la formazione di contrail rispetto ai turbofan a singolo flusso;

3) significato del grafico di Appleman e come leggerlo, in relazione alle diverse variabili, in particolare in relazione al tipo di motore considerato, e in più come leggere correttamente le percentuali che si riferiscono al suo potere previsionale. In più spiegazione del fatto che le sonde meteorologiche non sono adatte a fornire valori affidabili da inserire in tale grafico, soprattutto riguardo l'umidità relativa in quota, in quanto la misurano molto più bassa di quella che in realtà è.

Comunque, se sei ancora dell'idea, per metterci d'accordo per favore contattami con un messaggio privato o sui forum RAI o sul forum di Focus.

Grazie ancora e a risentirci.
_______
9 marzo 2008 alle ore 10:28  
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