Il bizzarro italiano d’o professore
Nel caso in questione, secondo ’o professore, è il CNR che ammetterebbe «l’esistenza delle scie chimico-biologiche», come annunciato in pompa magna, con tanto di triplice punto esclamativo (qui e qui).
Evidentemente i Marcianò considerano irrimediabilmente idioti, oltre che i malefici complottatori intrinsicamente incapaci di starsene zitti, anche i fruitori dei loro blog, visto che basta leggere il testo del CNR incriminato per accorgersi che si parla di tutt’altro, e cioè dello studio, teorico e tramite modelli fisico-matematici, del clima e dell’atmosfera, considerando tutti i vari processi che avvengono al suo interno: che scellerati, quelli del CNR, a cercare di approfondire certi argomenti blasfemi!
Ad inquietare Straker e Zret paiono essere in particolar modo le espressioni «aerosol» e «materiale biologico aerodisperso», che i due traducono più o meno come «schifezze chimiche e agenti biologici sparsi volontariamente da aeroplani ergo scie chimiche».
Ma insomma, ’sti due si danno arie di grandi esperti di meteorologia e poi non sanno che, in meteorologia appunto, con «aerosol» si intende un qualsiasi composto da particelle e corpuscoli, allo stato liquido o solido, che siano in sospensione all’interno dell’atmosfera (ivi compresi nuvole, nebbia, fumo e pulviscolo atmosferico)?
E per quanto riguarda il «materiale biologico aerodisperso», possibile che non abbiano mai sentito parlare di polline o di spore diffuse dal vento?
Inoltre, è mai possibile che un tizio che insegna italiano in un liceo, non sappia consultare un vocabolario tecnico per chiarirsi le idee su termini che evidentemente non padroneggia decentemente?
Tanta è smaccata l’ignoranza dimostrata in materia che vien da chiedersi: ’o professore davvero non conosce concetti così lapalissiani, oppure scientemente finge di non capire per motivi di bieca propaganda?
Aggiornamento
Antonio Marcianò non solo non vuole capire, ma preferisce esibirsi in spettacolari arrampicate sugli specchi pur di non ammettere di aver preso una colossale cantonata.
In più, continua imperterrito a scrivere come se si rivolgesse a dei perfetti imbecilli: forse sarà convinto che ormai le «scie chimiche» abbiano compiuto il loro lavoro di rincitrullimento su tutta la popolazione mondiale.
Vediamo giusto qualche perla di Zret, direttamente dal suo allucinato post:
il vocabolo aerosol, come riportato da qualsiasi dizionario, possiede diverse accezioni:
1) TS fis., dispersione in un gas di particelle liquide o solide
2a) TS med., sospensione finemente nebulizzata di un farmaco in soluzione acquosa o oleosa,
somministrata per inalazione nella terapia delle affezioni respiratorie
2b) CO apparecchio per praticare l’aerosolterapia
3a) TS industr., liquido da nebulizzare conservato sotto pressione in appositi contenitori
3b) CO estens., confezione spray
Come si vede, l'accezione 3a si attaglia ad una dispersione di una sostanza in qualsiasi medium.
Ma che caspita di professore di italiano è, uno che non sa leggere un dizionario? L’abbreviazione TS sta per «tecnico-specialistico» (marca d’uso del «De Mauro Paravia on-line», da cui è stata copincollata da Zret la definizione di «aerosol»), quindi, visto che il termine citato è presente in un documento che parla di fisica dell’atmosfera, l’accezione giusta da considerare è la prima (TS fis.) e non certo quella che più aggrada per distorcere a proprio uso e consumo le affermazioni altrui: ma è davvero così difficile da capire per un professore liceale?
E più avanti:
Il prefissoide “aero” (dal greco aer, aria), infatti, si riferisce sia a tutto ciò che ha connessione con l’aria, ma è anche elemento linguistico collegato agli aerei, come in parole quali "aeroporto", "aeroclub", "aerocisterna" etc.
Ancora? Allora evidentemente per ’o professore, è davvero impresa ardua capire che quel trattato riguarda la fisica dell’atmosfera, non l’aeronautica, e che quindi il prefisso «aero» è senza dubbio riferito all’aria e non agli aeroplani.
Francamente, quando frequentavo il liceo io, i professori erano molto più svegli e preparati del nostro Antonio Marcianò: a meno che ci marci anzichenò.
Ma i tentativi di stuprare la lingua italiana per i propri porci comodi, non sono finiti:
In questo caso i negatori del fenomeno chemtrails asseriscono che l'espressione “materiale biologico aerodisperso” si riferisce a normalissimi pollini che sono presenti in atmosfera. Nondimeno questa interpretazione è veramente capziosa.
In primo luogo, infatti, il verbo “aerodisperso” è un participio passato passivo che sembra indicare un'azione subita da un materiale biologico e non pare essere un riferimento a pollini di piante che, naturalmente, si diffondono nell'aria per mezzo del vento.
Infatti, caro il nostro professore, infatti: il polline non svolazza motu proprio in quanto fornito di ali, ma appunto perché subisce l’azione del vento, che lo disperde.
Incredibile come certa gente, pur di non ammettere di aver detto una sciocchezza, si inventi sciocchezze ancor più clamorose per difendere l’indifendibile, e abbia pure la faccia tosta colossale di dire che sarebbero gli altri, a fare interpretazioni capziose.
Non ancora soddisfatto, Zret insiste nel cercare di introdurre altre forzature lessicali:
Ancora più esplicita è l'espressione successiva, ossia "immissione, trasporto e diffusione, interazione con altro materiale particolato". Ora, non è impossibile immaginare che a qualche agente naturale si confacciano azioni come l'"immissione, il trasporto, la diffusione, l’interazione con altro materiale particolato", ma, quelli riportati (soprattutto "immissione" e "trasporto"), sono sostantivi che possono evocare anche una precisa attività basata su varie operazioni, tra cui appunto la deliberata diffusione in atmosfera di sostanze biologiche.
cioè, in altre parole, tra due possibili interpretazioni è senz’altro giusta la più bislacca e completamente fuori contesto, solo perché lo dice lui, quello che non sa consultare decentemente un dizionario…
E ancora:
Sono questioni semantiche piuttosto sottili: d’altronde non ci si può aspettare che le istituzioni ammettano, apertis verbis, di compiere distruttive azioni chimiche e biologiche.
Qualcuno dovrebbe avvertire Zret che il modo migliore di mantenere un segreto è di non parlarne, anziché farne seppur velati accenni su internet, a disposizione di cani e porci.
E già che ci siamo, quel qualcuno dovrebbe informare ’o professore che nel mondo reale, al contrario di quello che accade nei romanzi di fantaspionaggio di serie Z in cui sembra convinto di vivere, i cattivoni di turno non sono così idioti da farsi belli spargendo volontariamente indizi ovunque per prendersi gioco dell’eroe destinato a sconfiggerli.
Si prosegue per la serie «spariamo un’altra balla di dimensioni ciclopiche, che tanto ormai, una più, una meno»:
Eppure, tra le righe di molti documenti del C.N.R., a volte in modo neanche tanto sibillino, si possono leggere cenni ad irrorazioni chimiche et similia.
Certo, come no: basta dare alle parole il significato distorto che si vuole, invece di quello corretto nel contesto dello scritto, come Zret sta facendo da ben due “articoli”.
Per poi finire in bellezza:
Esaminando il linguaggio irto di tecnicismi (talvolta arbitrari), di eufemismi, di circonlocuzioni... si può quindi evincere la vera natura degli "studi" promossi dal C.N.R. Come il latinorum di don Abbondio non può ingannare Renzo più di tanto, così le espressioni cifrate e fumose di certi "ricercatori" possono confondere ed irretire solo dei completi ed "attivissimi" sprovveduti.
Quindi per ’o professore risulta strano che in una pubblicazione tecnico-scientifica siano presenti dei tecnicismi, ritenendola una cosa davvero incredibile, ai limiti dell’oltraggio.
Si badi bene che, a sentire Zret, se lui non capisce tali tecnicismi, non è una sua lacuna che potrebbe colmare semplicemente avendo l’umiltà di informarsi su ciò che non conosce della materia, invece di pretendere di trattarla dall’alto del nulla, niente affatto: sarebbero gli studiosi ad esprimersi volontariamente in modo arcano per non farsi capire e chi, al contrario suo, comprende perfettamente la materia, viene dipinto da ’o professore come uno «sprovveduto» che si fa «confondere ed irretire».
Signore e signori, benvenuti nel mirabolante mondo alla rovescia secondo Antonio Marcianò, mondo in cui chi conosce e padroneggia a fondo gli argomenti trattati è un sempliciotto mentre chi ne è completamente a digiuno e leggendone prende continuamente fischi per fiaschi, è un genio che ha capito tutto di tutto nella, e della, vita.
In conclusione, ciò che dovrebbe far riflettere chi ancora dà credito a certi figuri, è appunto che Zret, nella sua smisurata boria, piuttosto che informarsi sul significato di ciò che non conosce, preferisca fare disquisizioni semantiche senza senso, estrapolando bellamente le parole dal contesto in cui sono usate, con l’evidente scopo di travisare completamente il significato degli scritti altrui ad esclusivo beneficio delle proprie tesi preconcette e prive di sostanza su ’ste benedette «scie chimiche»: come detto trattasi, né più né meno, di biechi metodi di propaganda.
Che personcina intellettualmente onesta, ’o professore…
Commenti:
9 dicembre 2007 alle ore 15:12
Nella fattispecie, l'«onorevole» Ciccanti, nella sua interrogazione parlamentare circostanziatissima, scrive:
«il CNR, nel 2005, sembra che abbia rilevato, nelle analisi effettuate su campioni di pioggia coincidente con il rilascio di scie chimiche, una concentrazione al di sopra della norma di sostanze chimiche come quarzo, ossido di titanio, alluminio, idrossido di bario, ritenute pericolose per la salute, in quanto cancerogene».
Inutile specificare che di queste fantomatiche analisi che il CNR sembra abbia effettuato nel 2005, non si trova traccia alcuna da nessuna parte.
9 dicembre 2007 alle ore 15:24
9 dicembre 2007 alle ore 19:32
Il video su YouTube l'ha scovato scie-nziato e io me ne sono appropriato, al solito.
9 dicembre 2007 alle ore 21:57
Saluti
Hanmar
10 dicembre 2007 alle ore 14:17
GRANDIOSA LA CANZONEEEEEEE!!!
:D :D :D
Saluti
Hanmar
10 dicembre 2007 alle ore 14:19
Le scie chimiche sono una realtà concreta, riconosciuta anche dalla NASA anche se in modo indiretto. Ma al di là delle ammissioni solo chi è pagato a suon di dollari può affermare con tanta disinvoltura che le scie chimiche sono una balla. Se invece ci sei proprio ..... nel senso che effettivamente pensi che le scie chimiche siano una invenzione di stolti cospirazionisti, allora hai bisogno di un urgente ricovero perchè le tue facoltà mentali sono fortemente compromesse.
(Non vedo via di mezzo, o sei un demone oppure molto sfortunato ....)
Marco
25 febbraio 2008 alle ore 11:46
25 febbraio 2008 alle ore 12:06
Buona giornata.
Marco
25 febbraio 2008 alle ore 12:47
Resta molto significativo e illuminante sul tuo modo di ragionare il tuo commento precedente dove scrivevi che chi non la pensa come te può solo essere o un matto all'ultimo stadio, oppure, nientepopodimenoche, un demone.
E lo è anche quest'ultimo, dove esprimi certezze, ma non le suffraghi con nulla che non sia la tua convinzione preconcetta.
Niente argomenti, niente prove, solo pura fede condita dall'incrollabile sicumera di essere uno dei pochi eletti depositari della verità: la descrizione più calzante per atteggiamenti del genere è «fanatismo settario», che ti aggradi o meno.
27 febbraio 2008 alle ore 14:49
@marco: sopra la tua testa passano quotidianamente una media di 100-300 aerei (non posso essere preciso perché non so dove abiti). Di questi almeno un 20-30% rilasceranno scie DI CONDENSA non persistenti, e in media un 10% scie persistenti. Ovviamente in media, dei giorni non ne vedi nessuna, dei giorni molte di più.
Se quindi ne vedi in media solo 5 al giorno significa che
- stai in una zona con un traffico aereo particolarmente basso
- oppure non le hai viste tutte.
Questo è quanto dice la fisica dell'atmosfera, applicata alla condensa degli aerei.
31 agosto 2009 alle ore 15:01
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